La tecnologia intriga e affascina ma fa anche paura; presto anche i lavoratori del settore edile potrebbero essere a rischio licenziamento.
Aumentano i timori circa l’impatto negativo dell’evoluzione tecnologica, in particolar modo di AI e robot umanoidi. Molti esperti ipotizzano che milioni di occupati perderanno il lavoro, in vari settori, perché sostituiti dall’Intelligenza Artificiale e appunto da robot. Oltre a questa preoccupante prospettiva, arriva un’altra notizia che fa tremare il comparto edilizio.
Si parla già di una crisi molto ampia, in arrivo in autunno, almeno per quanto concerne alcune zone. Ma come sappiamo bene, ciò che accade Oltreoceano spesso e volentieri arriva anche in Europa, e solitamente non è una buona cosa. Una nota azienda sta lavorando da due anni ad un progetto e sembra che sia in dirittura d’arrivo. Il successo di questa azienda, però, potrebbe rappresentare l’inizio di un ulteriore allarme lavorativo e quindi sociale. Ecco di cosa si tratta.
L’azienda di cui parliamo è statunitense e ha ideato un macchinario davvero incredibile, ovvero una gigantesca stampante 3D concepita per stampare… case. Due anni fa sono cominciati i primi esperimenti e adesso l’azienda sta per raggiungere il suo obiettivo, ovvero la stampa/costruzione di 100 abitazioni.
Siamo in Texas e molte delle villette progettate non solo sono già state erette ma anche acquistate e i proprietari sono andati a viverci. Il progetto, ambizioso, ha riscosso tantissimo successo e ora tutti vogliono una casa fatta con la stampante 3D. I vantaggi di questa tecnologia sono facilmente intuibili: per completare una villetta ci vogliono solamente tre settimane.
Non solo, si possono scegliere tantissimi materiali (anche green ovviamente) e finiture, e inoltre sembra che la struttura finale sia molto resistente anche agli eventi atmosferici estremi. Solamente le fondamenta e il tetto (per ora) sono a cura del lavoro degli umani, ma tutto sembra andare in una direzione: sostituire sempre di più le persone con macchine, robot e intelligenze artificiali.
Il che non è certamente una prospettiva rassicurante, e prima o poi qualcuno dovrà occuparsi delle conseguenze di quella che è a tutti gli effetti la quinta rivoluzione industriale. Anche senza demonizzare il cambiamento in generale così come la tecnologia, è infatti opportuno riflettere su come cambierà la società, su come le persone potranno procurarsi il denaro e le risorse per vivere e anche quali saranno i nuovi “scopi della vita”, aspetto altrettanto importante e imprescindibile.
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