Whatsapp è l’applicazione più utilizzata in tutto il mondo, permette di rimanere in collegamento con tutte le persone che conosciamo. Ma c’è qualcosa che l’app ci nasconde e che un po’ spaventa.
Sebbene l’app sia migliorata molto dal punto di vista della sicurezza, rispetto al passato quando erano state evidenziate alcune lacune, ancora oggi ci sono dei punti fragili che fanno indispettire la community. Ma di cosa stiamo parlando?
La nuvoletta verde, con all’interno una cornetta bianca, esiste dal gennaio del 2009 anche se ci sono voluti alcuni anni affinché questa divenisse di uso comune. L’app ha permesso all’utenza di passare dai vecchi sms a pagamento alla possibilità di scriverci per ore con i nostri contatti senza consumare un euro e utilizzando i Giga della nostra offerta.
Dal 19 febbraio del 2014 è entrata a far parte del gruppo Meta, arricchendosi ulteriormente di funzioni e novità. Nel corso del tempo sono tante le app che si sono proposte come alternativa a WhatsApp tra cui Telegram, Snapchat, WeChat e tante altre ancora. Nessuno però è riuscito a pareggiare il suo successo e nemmeno ad avvicinarsi lontanamente. Andiamo a vedere qualcosa da più vicino sul particolare che ha sconvolto un po’ tutti nelle ultime ore.
Emergono novità su Whatsapp che non hanno fatto felici tutti, qualcuno infatti ha visto questo particolare come un’invasione della privacy.
Tal Be’ery, co-fondatore e CTO del produttore ZenGo, ha scoperto che si può capire con grande facilità se un utente sta chattando su WhatsApp dall’applicazione su smartphone o con la versione Web da computer. Nonostante non sia motivo per preoccuparci della nostra sicurezza, si tratta certo di una situazione non proprio corretta sotto diversi punti di vista.
Runa Sandvik, esperta di sicurezza digitale, ha specificato a TechCrunch: “Potrebbe essere un’arma per raccogliere informazioni e pianificare un attacco“. In questo modo si riferisce ad hacker che potrebbero avere delle informazioni sensibili per arrivare più rapidamente a un attacco nei nostri confronti.
La donna ha aggiunto: “Ti dice di più sui dispositivi che utilizza un utente e su quanto accessibile sia la configurazione dello stesso Whatsapp”. Parole importanti le ha lanciate anche Zade Alsawah, portavoce di Meta che ha specificato sempre a TechCrunch che la società ha già ricevuto la ricerca di Be’ery e sta lavorando per apporre una modifica che possa tutelare gli utenti.
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